IL PROGETTO

Prendiamoci di Petto

Progetto pilota a cura di AIDM Associazione Italiana Donne Medico

PROGETTO “PRENDIAMOCI DI PETTO” PER LA PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE DEL TUMORE MAMMARIO NELLE GIOVANI DONNE TRA I 30 E I 44 ANNI

Razionale Scientifico
Dai dati di letteratura il tumore al seno risulta essere la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile, che colpisce una donna su otto nell’arco della vita. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Registro Tumori (AIRTUM) il carcinoma mammario è quello più frequentemente diagnosticato tra le donne, sia nella fascia d’età compresa tra 0-49 anni (41%), sia nella classe d’età tra 50-69 anni (35%), sia in quella anziana (maggiore o uguale a 70anni (22%).

Il trend d’incidenza tra il 2003 e il 2017 appare in leggero aumento (+0,9% per anno), in particolare nella fascia d’età 45-49 anni, che potrebbe essere causato dall’ampliamento dello screening mammografico in alcune Regioni italiane che hanno coinvolto quella fascia d’età (oltre a quella dai 50 ai 69 anni per la quale è storicamente attivo lo screening).

Anche nella fascia d’età 30-44 anni l’incidenza aumenta dello 0,6% per anno. Dall’esperienza clinica si ritiene che il dato possa essere sottostimato per l’assenza di accertamenti diagnostici preventivi praticati in modo diffuso su tale target di popolazione.

Nel settembre 2017 il Ministero della Salute ha presentato il nuovo volume “I numeri del cancro in Italia”, da cui emerge come, in base alla stima dei tumori della mammella nella provincia di Alessandria del 2015, il tasso di prevalenza (casi ogni 100.000 abitanti) sia di n.2011 casi contro n.1912 casi registrati nella Regione Piemonte.

Pertanto, in base ai dati epidemiologici ed alle evidenze scientifiche, è stato ideato dall’Associazione Italiana Donne Medico (AIDM) sezione di Alessandria, il progetto “Prendiamoci di Petto”, rivolto alla popolazione femminile giovanile, non ancora inserita nei programmi di screening mammografico.

Il cancro della mammella è oggi la prima causa di morte per le donne italiane, se ne verificano ogni anno 45.000 nuovi casi.

Il primo fattore di rischio è l'età, un elemento su cui non si può intervenire.
Cosa sappiamo di questo "big killer?"
- Sappiamo che il cancro della mammella nella maggior parte dei casi è lento, impiega anni a percorrere le tappe che lo portano dall'iperplasia atipica, cioè una crescita in eccesso e anomala delle cellule, al cancro conclamato e palpabile.
- Sappiamo che ci sono gli strumenti per intercettare il suo percorso, riconoscere le prima avvisaglie e interferire con la storia naturale della malattia invertendo sul suo tragitto.
- Sappiamo quali sono questi strumenti: gli stili di vita corretti, l'impiego di test quali la mammografia e l'ecografia mammaria, la sorveglianza periodica (visite senologiche e/o accertamenti strumentali) scandita da intervalli validati da evidenze scientifiche.
- Sappiamo che battendo sul tempo il cancro della mammella, possiamo vincerlo e dichiarare la guarigione per il 95% delle donne che lo hanno incontrato quando è di piccole dimensioni (meno di 15 mm).

Grazie all'impegno della Servizio Sanitario pubblico, coadiuvato validamente dalle società scientifiche, Organizzazioni di volontariato ed Associazioni di promozione sociale del Terzo settore, le conoscenze scientifiche acquisite in questo ambito e concretamente applicate, hanno portato a buon esito per la salute delle donne; anche le società scientifiche hanno un ruolo determinante, perché sorvegliano lo sviluppo di tali conoscenze e lo declinano nelle scelte cliniche e organizzative quotidiane.

“Prendiamoci di petto” è un progetto che tende a sensibilizzare le donne sull’argomento e a sviluppare la cultura della prevenzione, perché in  questo modo il rischio di morire per un cancro della mammella può diminuire del 35%.  Nessun tipo di tumore ha questa vulnerabilità, questa fragilità.

Sarebbe davvero un grande perdita di chance, sia individuale sia sociale, non sfruttare questa opportunità, cedendo alla pigrizia, alla superficialità, alla paura.

In un tempo di risorse limitate in sanità l'impegno della prevenzione sul territorio, da parte della Servizio Sanitario Nazionale, è stata confermata e messa in atto attraverso l’organizzazione di uno screening mammografico denominato “Prevenzione Serena” che, con una lettera d’invito e con appuntamento prefissato, offre una mammografia gratuita biennale alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, e una mammografia gratuita annuale alle donne di età compresa tra i 45 e 49 anni e tra i 70-74 anni mediante l' adesione spontanea all' inserimento nel programma.

Purtroppo, i dati confermano che negli ultimi anni si sta manifestando un certo abbandono del programma da parte delle donne in quanto l'adesione alla prevenzione per il tumore della mammella si attesta intorno al 55%.

È poco, è troppo poco per una causa così importante.

L’Associazione Italiana Donne  Medico (AIDM) di Alessandria ha scelto di impegnarsi, con un progetto pilota direttamente sul proprio territorio, fra le donne in mezzo alle quali si lavora ogni giorno, nelle diverse discipline professionali di competenza, per tentare d’invertire questa tendenza e riportare l'adesione alla prevenzione attraverso lo screening almeno al 70%. L’obiettivo si può ottenere innanzitutto riscoprendo le motivazioni della prevenzione, riappropriandosi della conoscenza scientifica come strumento di scelte consapevoli e vincenti: informare, spiegare, coinvolgere, ricordare, stimolare, stuzzicare, pungolare. 
In lingua inglese c'è un termine che si usa in questi casi: nudge, che significa “pacca sulla spalla”. E’ il tocco amichevole dell’amico che ti ricorda che devi fare quella cosa per il tuo bene, per il bene della tua famiglia e della comunità in cui vivi.

Infine, per arrivare a quel 70% della popolazione femminile, percentuale appena sufficiente per vincere la scommessa sulla prevenzione del cancro al seno, occorre partire presto, occorre creare una mentalità, un'abitudine, una volontà di scelta che inizia in giovane età attraverso l’adozione sia di un corretto stile di vita, sia con l'uso intelligente degli strumenti tecnologici messi a disposizione dalla scienza.


1.DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO O DELL’ATTIVITA’ DA REALIZZARE

Il progetto pilota, di durata biennale, prevede una campagna di informazione e di sensibilizzazione della popolazione femminile, in particolare quella d’età inferiore ai 44 anni non ancora raggiunta dal programma di screening istituzionale che inizia a 45 anni, sul rischio di sviluppare un tumore alla mammella, sulle possibilità di prevenzione e sugli accertamenti diagnostici più idonei per una diagnosi precoce, mediante l'utilizzo di un sito dedicato al progetto, di materiale cartaceo (manifesti,volantini etc...),comunicazione attraverso media locali e social network, incontri pubblici,etc. E’ previsto il coinvolgimento dei medici di medicina generale dell' ASLAL, dell'Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio, dei Club Service del territorio, in particolare quelli femminili (Soroptimist-Zonta-Fidapa ecc), di Associazioni di volontariato, in particolare la Bios – Associazione Donne operate al seno e la LILT, della Consulta pari Opportunità del Comune di Alessandria. L’attività di sensibilizzazione sarà rivolta inoltre anche alle donne dai 45 anni di età in su, le quali, pur essendo invitate dallo screening dell’ ASLAL ad effettuare la mammografia, rispondono all’invito nella nostra provincia solo per un 50% mentre è noto che uno screening, per essere efficace, dovrebbe ottenere una risposta almeno del 70%.


2.DESCRIZIONE DELLE MOTIVAZIONI, DEGLI OBIETTIVI, DELLE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE

I dati di letteratura dimostrano che il carcinoma mammario è quello più frequentemente diagnosticato tra le donne sia nella fascia di età 0-49 anni( 41%) sia nella classe d’età 50-69 (35%) sia in quella più anziana >70 (22%) e con trend in aumento (+0,9% per anno) e nella fascia d’età 30-44 anni l'incidenza aumenta dello 0,6% per anno.
Per costruirsi un'abitudine alla prevenzione, occorre iniziare da giovani, quando sembra di non averne bisogno. Le società scientifiche (tra cui la Fondazione Veronesi) consigliano, in assenza di fattori di rischio specifici (come storia familiare, densità del tessuto mammario, mutazioni genetiche) di sottoporsi alla prima visita senologica ed ecografia mammaria all'età di 30 anni (per fotografare con un accertamento strumentale la situazione delle mammelle) e alla prima mammografia bilaterale all'età di 40 anni ogni uno o due anni, a seconda del consiglio del medico. Con questi esami la donna si reca dal medico di famiglia, dal ginecologo, per leggere insieme il referto e valutare se proseguire con ulteriori accertamenti senologici quale visita clinica o altro.

Le modalità di realizzazione, tenuto conto della limitata disponibilità economica dell’AIDM, consistono nell’ effettuare, un progetto pilota, con l’offerta gratuita della sola mammografia alle donne residenti nel comune di Alessandria, che abbiano compiuto 40 anni d’età (nate cioè nel ‘79) e, se saranno raccolti altri fondi da destinare al progetto, proseguire nel 2020 con l’ecografia offerta alle 30enni.
Gli accertamenti saranno effettuati dallo Studio Cento Cannoni, che collabora al progetto mettendo a disposizione attrezzature radiologiche adeguate, call center, professionisti esperti, spazi e tempo, ad un costo calmierato.
L'obiettivo del progetto è soprattutto quello di sensibilizzare l'opinione pubblica nel far conoscere il rischio di manifestare un tumore al seno nelle donne giovani e meno giovani, per favorire una diagnosi precoce specie in quelle donne che presentano fattori di rischio maggiori e che spesso sono misconosciuti, per poter intervenire con terapie meno invasive, ridurre la mortalità, la morbilità e i costi socio-sanitari.


3. DESCRIZIONE DEI RISULTATI ATTESI E DEGLI ESITI DEL PROGETTO (RICADUTE ECONOMICHE E SOCIALI DI MEDIO E LUNGO PERIODO DEL PROGETTO)

Ci si aspetta una sensibilizzazione ed un coinvolgimento della popolazione femminile per condividere un percorso di prevenzione, diagnosi precoce ed eventuali processi di cura meno invasivi, in appoggio ai programmi di screening in essere, con lo scopo di ridurre la mortalità, la morbilità, preservare la fertilità e ridurre i costi sociali e sanitari determinati dalle costose terapie antitumorali e in termini di invalidità civile (vd Piano Nazionale della Cronicità del Ministero della Salute).
Si prospetta una collaborazione con l’ ASLAL e ASO SS. Antonio e Biagio di Alessandria per avere un riscontro circa l’eventuale aumento di adesioni allo screening per le 45enni, grazie alla promozione effettuata attraversi il sito, i social network, l’informazione attraverso stampa e radio locali e attività di promozione alla salute delle donne e la collaborazione della LILT per eventuale visita senologica.
La campagna informativa partirà già il 20 marzo p.v. con un incontro alla popolazione previsto nelle iniziative di “Marzo Donna” in collaborazione con la Consulta pari opportunità del Comune di Alessandria.
I risultati del progetto,attraverso i dati raccolti ed elaborati, saranno comunicati e diffusi attraverso la realizzazione di un convegno pubblico al quale parteciperanno tutti i soggetti coinvolti nel progetto in primis la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (che ha finanziato il progetto e sarà citata in ogni iniziativa messa in campo), con la prospettiva di proseguire il progetto negli anni successivi attraverso un’ adeguata copertura finanziaria.